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05 settembre '12 - Unione e.
Europeismo al tramonto
Ma gli Stati d'Europa hanno nella loro identità la possibilità di superare questa fase. Il parere del filosofo francese André Glucksman su Spiegel

"L'Unione europea non dovrebbe porsi l'obiettivo del federalismo: i suoi membri sono troppo diversi tra loro, e l'unica cosa che li lega è la nozione di quello che non vogliono essere. Il pensiero negativo che ha fatto parte della tradizione di pensiero non cessa di fare da architrave ma per la fondazione di un qualcosa di nuovo non è funzionale".

Ma è pur vero che la negatività della fase ha fatto parte integrante della storia europea degli ultimi sessantenni. Dice Glucksman: "Un generale senso di crisi caratterizza l'era moderna in Europa. Questo può indurre a concludere che l'Europa in realtà non è uno stato o una comunità in senso nazionale, che cresce in maniera organica. Non può neanche essere paragonata alle antiche città-stato greche che, a prescindere dalle differenze e dalle rivalità, formavano un'unità culturale". Ma c'è un problema che non è solo di retrospettiva, secondo Glucksman. C'è una questione centrale di disuguaglianza: "Le nazioni europee non sono tutte uguali, e per questo non possono fondersi assieme. Ciò che le unisce non è una comunità, ma un modello societario. C'è la civiltà europea e la mentalità occidentale". Ma con un'avvertenza. Quella dell'identità europea è una finzione bella e buona. "L'Europa non è mai stata un'entità nazionale, nemmeno nel Medioevo cristiano. La cristianità è sempre stata divisa - i romani, i greci e più tardi i protestanti - Uno stato federale europeo o una confederazione europea è un obiettivo distante e astratto. Secondo me si tratta di un obiettivo sbagliato". Ancora sulla finzione europea: "I padri fondatori dell'Unione Europea amavano rievocare il mito carolingio, e il nome di Carlo Magno è stato dato a un premio europeo. Ma i suoi nipoti hanno diviso il suo impero. L'Europa è un'unità nella sua divisione, o una divisione nella sua unità. Da qualsiasi lato la si guardi, non è certo una comunità in termini di religione, lingua o costumi".

Non c'è stata neanche una minima inversione di tendenza negli ultimi dieci anni. Ciascuno cerca di risolvere i propri problemi per suo conto e spesso anche a danno dell'altro. " All'inizio degli anni cinquanta il cuore dell'Unione era stata la fondazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca), la prima alleanza economica sovranazionale nel settore dell'industria pesante; per la Lorena e l'area della Ruhr la Ceca era un modo per prevenire la guerra. L'equivalente oggi sarebbe un'unione energetica europea. Invece la Germania ha deciso di avviarsi da sola verso la transizione alle energie rinnovabili, ignorando la dimensione europea. Tutti stanno negoziando singolarmente con la Russia per il petrolio e il gas, la Germania ha firmato un accordo per costruire l'oleodotto del Baltico nonostante le resistenze della Polonia e dell'Ucraina, e l'Italia è coinvolta nell'oleodotto del South stream attraverso il Mar Nero ".

In sostanza in Europa manca un modello di società. "Una civiltà non si basa necessariamente sul desiderio comune di ottenere il meglio, ma piuttosto sull'esclusione e sulla riduzione a tabù di ciò che è male. Da un punto di vista storico, l'Unione europea è una reazione difensiva all'orrore".


Der Spiegel

http://www.presseurop.eu/it/content/article/2626341-andre-glucksmann-l-europa-si-definisce-negazione