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18 ottobre '08 - Freddo Caldo
La grande bufala dell'emergenza clima
Stefania Prestigiacomo si ribella alle sanzioni eccessive dell'Unione Europea


Ha poco da essere allibito il commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas. Secondo una ricerca del Consiglio Internazionale per la Formazione di Capitale di Londra i costi del Protocollo di Kyoto per l'Europa porterebbero l'Italia a incrementi medi del 26% del prezzo dell'elettricità, il metano costerebbe 42% in più. IL Pil in Italia si ridurrebbe del 2,1% pari a circa 27 miliardi di euro. Tutto per una teoria, quella del riscaldamento della terra provocato da azione industriale, che ha molte confutazioni. Anche se confermata l'azione di restrizione guidata dai governi produrrebbe una riduzione delle temperature medie del pianeta di 0,06 C rispetto al non rispetto del trattato. A sostenerlo sono i calcoli fatti dal centro nazionale per la ricerca atmosferica. Eppure a Bruxelles il 17 ottobre 2008 il commissario Ue all'ambiente, Stavros Dimas, si è detto "allibito" per le obiezioni avanzate dall'Italia sul pacchetto di misure europee sul clima. ''Non so da dove vengano questi numeri, ma sono scenari che non si basano sul nostro pacchetto'', ha detto Dimas riferendosi alle stime diffuse dall'Italia in relazione al costo dell'applicazione, a livello nazionale, delle misure previste dal pacchetto clima-energia. "Il Commissario Dimas prima di sbalordirsi dovrebbe rileggere il documento diffuso dalla commissione Ue (non del Governo Italiano) 'Model-based Analysis of the 2008 EU Policy Package on climate change and renewables' che è stato reso noto solo a fine settembre, nonostante l'Italia chiedesse da mesi una verifica dei costi del pacchetto clima-energia senza ottenere risposta - ha risposto il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo - Le valutazioni che abbiamo fatto sono tratte da quegli scenari preliminari utilizzati dall'Ue per la valutazione dei costi e prendono in considerazione l'unica ipotesi che parla di un costo di 181,5 miliardi fra il 2011 e il 2020 e di un costo annuo di 18,2 miliardi, con un peso del 1,14% sul Pil. Altre valutazioni, a costi minori, prevedono esplicitamente che l'Italia non raggiunga gli obiettivi". Se gli Stati Uniti avessero ratificato e rispettato il Protocollo di Kyoto la riduzione del 25% del consumo energetico sarebbe costata 300 miliardi di dollari l'anno. Il costo dell'energia sarebbe aumentato del 50%. La tesi dell'imminente sciagura ambientale determinata dall'aumento dei CO2 causata da industrie, automobili e quant'altro ha molte confutazioni che non trovano il favore degli organi di informazione. A ritenere queste tesi senza alcuna rilevanza scientifica sono Antonio Zichichi (Giornale di Sicilia del 31 gennaio 2007), David Henderson (il capo economista all'Ocse che ha dimostrato i gravi errori nei modelli matematici usati dall'Ipcc per dimostrare gli aumenti di temperatura), Marcel Leroux (il professore di climatologia all'università Moulin ritene quelle dell'Ipcc mere asserzioni di principio infondate scientificamente), Fred Singer e Tennis Avery (i due scienziati in un libro spiegano che ogni 1.500 anni la terra si riscalda) ma la lista è lunghissima. In un'intervista pubblicata su La Stampa il 3 febbraio 2006 Sterling Burnett, titolare degli studi su clima e ambiente al National Center di Dallas, spiega che nonostante le attività umane potrebbero incrementare il surriscaldamento dell'atmosfera, ma "il 97% è frutto di cause naturali". Del resto i cicli di alta temperatura si leggono anche tra i fatti della storia. Annibale attraversò le Alpi nel 218 a.C. con 26 mila uomini e 37 elefanti. Secondo i geologi dal 200 a.C. al 600 d.C. ci fu un clima relativamente mite in Europa, cosa dimostrata anche dall'abbigliamento degli antichi romani. Secondo alcune tesi storiografiche l'invasione dei barbari in Italia e la caduta dell'impero romano d'Occidente furono determinate anche da fattori climatici. Nell'874 d.C l'occupazione dell'Islanda e della Groenlandia da parte di Erik il Rosso fu possibile per il clima mite in Europa settentrionale dall'800 al 1200 d.C. Ma poi tornò il freddo. La Storia ci dice che dal 1350 al 1850 la temperatura e il clima in Europa ebbero un impennata in basso: nella seconda metà del sedicesimo secolo l'attività temporalesca aumentò dell'85%. Dal 1797 al 1806 Milano conosce 26 giorni in media di neve all'anno. Negli anni che vanno dal 1850 al 1940 tornò il caldo. Dal 1920 al 1940 le punte più calde. Nel 1881 si studiavano le motivazioni del ritiro dei ghiacciai sulle Alpi. Nelle deformazioni della Tecnica si pensa alla temperatura terrestre come regolata da un sistema di condizionamento artificiale tale da regolare perfettamente il ciclo termico degli anni. Così non è. E' bene che gli organismi politici messi in piedi per controllare ciò che sfugge al nostro controllo si mettano l'anima in pace. Non è molto diverso che nel Medio evo o in quelle antico. Fa freddo fa caldo e noi non possiamo farci niente.