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24 settembre '15 - auto
Il papa nero saluta l'età nuova
L'età della tecnica si presenta con il suo modello esistenziale unificante



L'immagine del papa che saluta il suo pubblico dalla vettura Cinquecento LX prodotta dalla Fca, ex Fiat, tutto questo in piena crisi mondiale della Volkswagen deve indurre tutti a una grande riflessione. È la prima volta che un pontefice si fa fotografare oppure è visibile all'interno di un veicolo riconoscibile sotto il profilo merceologico. Un dato che non può essere determinato dal caso. Una novità che implica l'ingresso di una nuova metafisica del sentire contemporaneo: quello della produzione e alla sua costante modificazione fino all'estremo di conglobarsi nell'esser parte di una grande unità. L'unità produttiva di cui trattasi è il connubio: Fiat, Chrysler, General Motors nuovo faro dominante pronto a sopravvivere nella nuova era delle auto elettriche. Un'età in cui ci sopravviveranno poche case automobilistiche e anche gli uomini dovranno sottoporsi a criteri unificanti se vorranno dirsi veramente sopravvissuti a questa grande fase di mutamento.

Il profeta di questa fase è lui. Ecco il papa nero. Sergio Marchionne. Quindi, non inteso nel senso del colore della pelle, nemmeno per l'origine domenicana. Nero perché consiste nella mutazione genetica in cui si è convertito il nostro "credo": dall'aspettativa di una redenzione alla prospettiva di una continua rinascita attraverso la tecnica (mercelogica, produttiva e sistemica, ecco rispuntare un'altra triade). Sergio Marchionne è il profeta della nuova evoluzione. E sarebbe riduttivo parlare solo di macchine, più giusto parlare di macchine in senso comprensivo. L'umanità stessa allineata alle macchine. Le sue gerarchie, i suoi strumenti cognitivi, i bisogni, le speranze ricondotte al realismo del mondo e della produzione. Questo è il nuovo mondo, ragazzi. Adeguarsi non serve. O ci sei o non ci sei. E non dipende dalla soggettività.