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11 novembre '18 - Estetica
Addio all’ultimo SuperEroe
Stan Lee si è spento a novantacinque anni ma continua la forza comunicativa di eroi mascherati che combattono soprattutto contro il loro inconscio


Era sofferente di cuore. Ma la sua pompa cardiaca l’ha portato quasi a quota cento superando il dolore per la morte della moglie e la rabbia per essere stato raggirato dalla Pow Entertainament  che gli aveva sottratto i diritti sull'uso del suo stesso nome e la sua immagine. L'immagine di uno dei più grandi editori-autori della Storia. Stan Lee chiedeva un miliardo! 

Questo solo per dire che per lui la 'lotta continua' non consisteva solo in fantasie, ma in una vera e propria pratica di vita. Ed è il profilo del combattente - oltre che del sognatore, come del propalatore di una mitologia di eroi derivata dalla letteratura di Dumas – il tratto distintivo da ricordare di lui. I suoi personaggi nella loro più totale diversità, nel loro dissociarsi in modo più o meno forte da una dimensione realistica, hanno questa nota comune. Non lottano contro un male, da definire volta per volta. Sono eroi che combattono innanzitutto contro loro stessi. Ed è questa la lotta la più grande prova per essere competitivi nei confronti dei nemici: riconquistare la propria unità di essere esistenziale, con le proprie lacerazioni, divaricazioni, e a volte autentiche schizofrenie (Laing, L'Io diviso ). 

L’atmosfera culturale nella quale nascono L’Uomo Ragno, Devil, Thor, i Fantastici Quattro e altri ancora è quella della scissione dell’individuo nella società contemporanea, diviso - non tra essere e dover essere - bensì nel conflitto tra i suoi impulsi primordiali e la razionalità che deve governarli. Ad aiutare la seconda sfera interviene sempre la dimensione dell’etica che il personaggio non acquisisce mai per intuizione pura o per scelta, bensì per condizione oggettiva. Non si può conoscere il male senza avversarlo, non si può aspirare al bene senza combattere per questo. Ma, anche qui, fuoriesce una tensione trascendentale per cui socraticamente l’uomo al netto delle avversità che si trova ad affrontare, non può fare a meno di propendere per il bene - se lo conosce. 

L’Uomo Ragno è un ragazzo, un nerd, che finalmente trova riscatto e soldi con la sua maschera, ma quando un ladro che si rifiuta di fermare uccide lo zio-padre, capisce che “dietro grandi poteri ci sono grandi responsabilità!” Ed è un po’ il cuore dell’ideologia degli States nei rapporti col mondo. Simile condizione per Devil. Qui il paradosso della cecità lo porta a vivere al riparo della società coi suoi problemi. Ma una volta che a Matt Murdoch uccidono il padre pugile, non può far altro che farsi carico dei mali del mondo. E stavolta il travestimento e la cecità serviranno a dagli un vantaggio assoluto nelle modalità di attacco alla malavita. I Fantastici Quattro in un atto pirata vogliono dimostrare che le imprese spaziali debbono essere tentate con coraggio. Ma le radiazioni dei raggi cosmici che li devastano portano ciascuno di loro ad esaltare la loro mente in rapporto alla loro fisicità. L’intelligente Reed Richard sarà elastico anche fisicamente, oltre che intellettivamente, Ben Grimm, burbero e forte moralmente, diventerà una cosa pieno di forza … Stan Lee va a riprendersi anche la mitologia con Thor. Cosa può temere un dio? IL dio delle sementi, il dio del raccolto nella tradizione nordica, diventa il dio del tuono nella letteratura per ragazzi. Ebbene Thor è in continua lotta col padre, Odino, per la giusta regola da osservare nella difesa del mondo. Irriconoscente del suo operato, Odino gli toglie e riconsegna i suoi superpoteri, ma Thor sta comunque sul pezzo. Epica a parte, non somiglia alla storia di un impiegato? E forse la grandezza delle narrazioni propiziate da Stan Lee sta tutta nel riuscire a comunicare direttamente ai propri lettori, a farli sentire dei supereroi per come, schematicamente, le loro storie assomigliano a quelle di ciascuno di loro. In tal senso il merito di Stan Lee consiste nel porsi come grande educatore sentimentale dei nostri tempi. La massima è: non mollare mai!