ilnardi.it
12 aprile '19 - Estetica
Esposizione d'arte ai Cappellari
Le nuove proposte espressive in pittura contemporanea come motore di innovazione progressiva della realtà romana


L'iniziativa culturale vuole proporsi nell'ambito di una politica di apertura dell'unità di base ai cittadini di Roma e del mondo. Questo perché il centro storico sia riferimento per le idee pluralismo, democrazia applicata e praticata effettivamente. Perché Roma sia sempre più una città inclusiva! 

Semplicemente, si intende fare dell'unità di base un luogo dove confronti culturali ad ampio raggio, con l'ingresso di forme artistiche quali la pittura e la musica combinate assieme con la lettura di testi, diano nuovo colore al centro storico. Un modo, questo, per dare vitalità a spazi altrimenti esclusivamente legati al dibattito politico. 

Ad intervalli di poche settimane gli spazi ospiteranno artisti che operano nella città e nel mondo. Ogni esposizione di opere conoscerà l'apertura di un vernissage nel quale insieme ad un sobrio rinfresco, verranno suonati dei brani musicali ispirati o dedicati alle tele esposte. 

IL valore culturale di iniziative come queste vuole porre all'attenzione di tutti la necessità di una programmazione culturale viva nella nostra città. L'importanza che anche luoghi istituzionali siano momento di esposizione di artisti che effettivamente lavorano e si esprimono nella scena attuale.

Diversamente, i luoghi di cultura legati a gestione pubblica sono soliti dare risalto all'arte perfettamente codificata come tale, che trova un suo riscontro oggettivo nella critica e nello storicismo, rifiutandosi di fatto di proporre con coraggio nuovi artisti attivamente presenti sulla scena.

Detto con un po' di leggerezza, l'iniziativa nella sede politica democratica per eccellenza vuole mettere in risalto proprio l'arte degli artisti viventi, sospendendo un poco la consacrazione - giusta e doverosa - dell'arte trascritta nei manuali. Superare quindi quel modo di proporre in modo esclusivamente storicistico la cultura. Infatti la reiterazione continua del "classico, moderno o contemporaneo", se cristallizzata, negli stilemi di fruizione culturale, rischia di tradursi facilmente in una sorta di reliquia. 

L'arte, con gli artisti che l'hanno realizzata, con gli utenti che nei nuovi moduli espressivi ravvisano la possibilità di una vera evasione dai circuiti ordinari di ricezione espressiva.

L'arte, l'oltre dall'arte e l'altro dall'arte!

Dove "l'oltre" sta nella capacità di ricezione dell'opera.

"L'altro" sta nella capacità di fare di nuove esperienze il fulcro di nuove energie di cambiamento progressista della società.