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23 dicembre '07 - "In hoc signo vinces"
Anche Tony Blair passa tra i credenti
La fede come arma della politica

L'ex premier britannico conclude il "lungo viaggio spirituale" e dichiara la sua conversione. L'ha annunciato Rowan Williams, l'arcivescovo di Canterbury. Se avesse fatto il passaggio alla Chiesa di Roma durante il suo lungo percorso da premier britannico sarebbe stato il primo cattolico al governo di sua maestà.  Tutto il contrario di quanto fatto da grandi capi di stato nella storia. Enrico IV nel 1593 pur di formazione ugonotta non esitò a fare il gran passaggio alla Chiesa di Roma per essere incoronato re di Francia. Sua la famosa frase "Parigi val bene una messa". Prima di Enirco IV, Costantino I il Grande. L'imperatore di Roma sanzionò il crisitanesimo come religione dell'impero romano ponendo il 25 dicembre come la festa principale della nuova fede di Stato, in futuro dedicata alla natività di Cristo. Precedentemente il 25 era dedicato al culto di Mitra. Uno dei molti trasformismi dal paganesimo che oramai, a 313 anni dalla nascita di Cristo, non gli garantiva più la fedeltà dei soldati.
Sempre finalizzata al raggiungimento del potere famoso il passaggio repentino di Giuliano l'Apostata, da cui bollata come Apostasia il passaggio di fede senza convinzioni che non sia fondata dalla cupidigia di potere.
Blair ha ufficializzato questo passaggio, scomodo per l'Inghilterra, imbarazzante per i rapporti di un premier nella questione con l'Irlanda, una volta uscito da ogni responsabilità di governo nella terra che fu degli Angli e dei Sassoni.
Il suo futuro di persona di spicco nell'ambito internazionale però è legato al mondo, non più alla sola isola d'oltre Manica. E per gestire un ruolo nel mondo è importante esser riconosciuto da Santa Madre Chiesa.