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02 maggio '19 - Matematica
Cinquecentenario
Ricordare Leonardo per sentirlo uno di noi, per lo scetticismo sugli uomini, ma l'incrollabile fiducia nella tecnica


Potremmo definirlo un profeta della globalizzazione: " Parleranno li omini alli omini che non sentiranno: aran li orecchi aperti e non vedranno; parleranno quelli e non fie lor risposto; chiederan grazie a chi arà gli orecchi e non ode; faran lume a chi è orbo" (Codice Atlantico, 145). 
Ma la sua visione prospettica non faceva trasparire grande ottimismo per le future conquiste della conoscenza. Semmai lo slancio verso la conquista dell'ignoto deve restare nel novero della titanica impresa. "O mondo, come non t'apri? e precipita nell'alte fessure de' tua gran baratri e spelonche, e non mostrare più al cielo sì crudele e disperato monstro" (ivi).
Secondo la lettura del genio toscano che fa Karl Jaspers, Leonardo è cosciente della caducità di tutto ciò che apparentemente dura e del procedere catastrofico degli avvenimenti. IL suo entusiasmo per la macchina da volo è l'emblema del suo propendere totale per la tecnica. E sempre attraverso la tecnica, il rendersi possibile la nuova esperienza del mondo.
In tante arti possedute, infatti, in Leonardo fa eccezione la speculazione, l'analisi teoretica, la metafisica. La sua originalità consiste proprio nel fatto di mettere in disparte ogni tentativo di comprendere il mondo in quanto tale o di affermarne la relatività. Ingegno e fatica sprecate, se non per concludere a priori l'improduttività di qualsiasi conclusione. Forse un antesignano del Neopositivismo logico, forse semplicemente un nevrotico compulsivo tutto fatti e cose concrete - come lo vede Freud - per la costante infantile ricerca di guadagnare la stima della madre.
In alcuni suoi passaggi letterari rimasti indelebili anche nella Letteratura italiana - "Salvatico è quel che si salva" - appare quasi lirico.
Ma le esclamazioni di raccapriccio sono in Leonardo più querele che accuse. Non sono un profetico incitamento, né un appello alla rinascita, né una predicazione penitenziale. Sono la considerazione del parzialmente comprensibile. La comprensione piena è e sempre sarà inafferrabile,  nella sua totalità. Però c'è il visibile che si pone a noi: l'accadere naturale. Si tratta di un insieme di tristezze, bassezze umane  ma anche gioia.
Ed è in questa costante trepidazione di mente inquieta che dobbiamo pensare Leonardo come vicino a noi, elaboratore dei nostri tempi.