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13 dicembre '19 - Estetica
Fuori l'Inghilterra
“Sia l’Inghilterra ciò che vuole... È sempre il mio Paese”. lo disse Winston Churchill


Trecentosessanta seggi su seicentocinquanta per i conservatori. Dueceno ai laburisti. I britannici hanno scelto senza se e senza ma. Non c'è margine per i partiti che volevano il secondo referendum sull'Europa. Oggi dalle nostre parti si ammira il decisionismo degli anglosassoni senza riuscire ad esserne mai stati epigoni, nonostante fossimo tutti ammiratori dall'età dei Beatles in poi. In terra d'Inghilterra si sceglie. Si chiudono fasi. Se ne aprono altre. Ma da rimarcare anche una certa inquietudine che non può essere sfumata dalla capacità di prendere posizioni ed essere a queste coerenti. Coerenti? Anche la decisione di entrare in Europa, seppur controversa, come in ovunque in Europa era stata presa. Eppure De Gaulle l'aveva detto. "Entreranno ma poi sfasceranno tutto e se ne andranno". Oggi noi ammiriamo gli anglosassoni per la capacità di decidere. Li ammiriamo giustamente per come riescono a contenere il conflitto nell'alveo degli organismi deputati ad esser portavoce della realtà. Nella terra di sua maestà la regina non si darebbe un comico come guru di un nuovo movimento politico che raccoglie la maggioranza relativa dei consensi. Neanche da noi può esser concepito. Ma succede. In terra anglosassone non avrebbero ragione di esistere i Calenda e i Renzi nel panorama progressista o laburista. Avrebbero un ruolo nei LIB-DEM e se non raggiungessero la maggioranza del paese se ne farebbero una ragione. Sempre in terra di Buckhingham Palace chi ha esordito col teorema della Cornovaglia libera non avrebbe i sondaggi al massimo ricevendo la potenziale maggioranza relativa. Noi lo diciamo, lo ripetiamo, irridiamo noi stessi, ma questo ci capita. Invidiamo la loro capacità di decisione - ripeto - che si declina con la volontà di volere e di prendere decisioni conseguenti. Ma prima di questa fase deve essere chiarito chi siamo. Loro lo sanno. Ne sono consapevoli. Isolani, nostalgici dell'Impero dove non tramonta mai il Sole, satellite sostanziale degli Stati Uniti, pretesa di essere uno dei più grandi centri finanziari del mondo e di coordinare le grandi decisioni ... A metà tra fantasia, sogno, illusione ma anche tanta, tanta concretezza che li rende capaci di vedere per il loro meglio.