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29 aprile '22 - Semiotica
Perché l’Ucraina
Il grande linguista Noam Chomsky nel suo ultimo libro-intervista offre uno squarcio di un’America sempre più tesa ad alimentare la guerra a distanza dove a pagare il conto saranno in molti, tranne chi il conflitto l’ha fatto germinare


Il linguista oramai votato alla geopolitica non le manda a dire. Il bello di intervistare un grande pensatore di novantaquattro anni sta anche nel fatto che nelle sue dichiarazioni non ha schermature. Dice quel che pensa liberamente. E allora l’Europa è definita come “sistema cleptocratico, produttore di materie prime” (pag.116). Citando Anatol Lievel ritiene che le conclusioni di questo disastro bellico potrebbero essere quelle di un impoverimento della Russia con la messa in dimissioni di Putin, di cui però si manterrebbe la dignitosa apparenza di un presidente dimissionario. Ma sarà un modo di velare un semi-golpe.

Se fosse questa effettivamente la fine di questa vicenda, significherebbe spoilerare il finale. Ma siamo nel campo delle ipotesi, anche se il curatore del libro-intervista mette questa prospettiva di fine tragedia nella parte finale del testo.

Assai più disinvolte nella piena maturità sono i riferimenti di Noam Chomsky- Si riferisce a Wikileaks per dimostrare l’offerta all’Ucraina da parte di Bush di entrare nella Nato, la qual cosa aveva lanciato il primo monito belligerante da parte della Russia (pag.76).

Più in generale la collocazione di questo conflitto, sempre secondo Chomsky, segue lo stesso schema dell’invasione della Polonia da parte di Hitler e di Stalin ma va anche di pari passo all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti (pag.74). Si tratta della premessa necessaria da fare alla Russia di Putin, prima però di caricare sugli States una serie di addebiti.

Si parla, come del resto tanti studiosi di geopolitica dicono, di una guerra che ribolliva da venticinque anni. (25! Non semplicemente del 2014).  E tutto questo quando negli States si ignoravano i ripetuti allarmi (pag.78).

Nella visione di Chomsky però non ci sarà un diritto internazionale a salvarci: “non dico che non ha valore, possiede un certo margine di applicabilità”. Ma si riduce a un semplice criterio prezioso, non potrà mai essere un sistema per uscire dalla crisi (pag.86). Tanto per scomodare il Manzoni dell’Adelchi, in questo scenario internazionale pare che non resti che far torto o subirlo.

Ed è per questo che l’esasperazione dell’economia in Russia fino al cambio di regime appare l’ipotesi più praticabile (pag.112). Ma per essere praticata deve continuare questa guerra di aggressione e resistenza. Questo Chomsky non lo dice esplicitamente. Ma il liberal con queste premesse appare non troppo diverso dall’ideologia stelle e strisce che dice tanto di combattere.


( Noam Chomsky, Perché l'Ucraina, ed. Ponte delle Grazie, 2022, Milano. Euro 12 )