ilnardi.it
08 gennaio '23 - Semiotica
Global Warming, un appuntamento per la Terra
Dai carotaggi sui ghiacciai si rilevano fasi di glaciazione di riscaldamento del pianeta indipendentemente dall'azione umana


Il riscaldamento globale non è più un dibattito ma una verità conclamata. C’è chi però non la pensa così. E non si tratta di chiromanti, stregoni o apprendisti tali, bensì intere flotte di studiosi che analizzano il problema al riparo dai richiami sensazionalistici dei mezzi di comunicazione.

Sono quelli del progetto EPICA (European Project for Ice Coring in Antarctica). Altro gruppo di ricercatori in Groenlandia estraggono strati di ghiaccio nel quale è sedimentato il corso della storia climatica di questo pianeta. Il gruppo prende nome GISP2.

Emerge, come è stato detto spesso ma non sufficientemente riportato, che il clima della Terra non è identico nei secoli. Si è invece modificato conoscendo di bassi e degli alti climatici che noi non ci immaginiamo.

Quindi due acquisizioni debbono essere ben chiare. Qualora il riscaldamento terrestre fosse verificato non è dimostrata invece che dipenda dall’industrializzazione, la prima. La seconda: le temperature alte, l’inverno che non arriva, non sono una realtà assoluta nei secoli bensì fanno parte di una ciclicità per la quale l’umanità difetta di esperienza sensibile, essendo il tempo di vita di una persona limitato.

Tutto questo è possibile stabilirlo studiando i ghiacciai. La loro formazione derivata dal cumularsi di strati di neve ha comportato il deposito di sostanze presenti in atmosfera e intrappolate da uno strato e l’altro. Si tratta di bolle d’aria volgarmente definibili come capsule del tempo nel senso che rendono chiaro ed evidente il grado di deposito di minuscole quantità chiamate in chimica “particolato” con le quali decifrare lo stato dell’atmosfera e dedurre le temperature vigenti.

I millenni sono intercorsi e sovrapponendosi nevicate e ghiacciate è possibile, attraverso dei carotaggi, rilevare informazioni sulla composizione dell’atmosfera di migliaia d’anni fa, così come dei secoli più recenti. Ed è questo un approccio al cambiamento del clima.

Lo strato contiene quindi un campione dell’atmosfera esistente nella fase in cui è intrappolato. Gli strati tra di loro danno informazione sul cambiamento del clima nei secoli.

I carotaggi di GISP 2 confermano che l’ultima glaciazione terminata diecimila anni fa, presenta, da allora continue variazioni in termini di gradi centigradi, da una fase all’altra. È da allora che la temperatura media annuale ha diversificato con valori maggiori o minori della fase glaciale che si attestava agli zero gradi, così come oggi sono misurati. Ebbene, le oscillazioni sono una costante. L’ampiezza tra massime e minime guarda proprio a quel fatidico grado e mezzo di media su cui si concentra la prevalente attenzione degli ambientalisti.

Letta così appare una variazione minima, invece registra al suo interno possibilità di modificazioni repentine dei cambiamenti climatici più vari.

Ma il dato che deve sollevare dal tremore per il riscaldamento globale attiene alla considerazione che per cui il nostro pianeta è stato caldo come è attualmente in altre età della sua storia. Le considerazioni che possono essere fatte debbono necessariamente guardare alle età riscontrabili e di cui abbiamo attestazione grazie a testimonianze scritte o graficizzate. Nel corso dei secoli attraverso i quali gli uomini si riconoscono nella Storia (la loro) le temperature medie annuali sono diminuite complessivamente di circa 1 °C.

Non si è trattato di un gradualismo a scendere o a salire bensì sono aumentate e diminuite nelle diverse fasi. Circa milletrecento anni avanti Cristo hanno toccato il massimo per raggiungere il minimo attorno al 750 a.C., Siamo al massimo della temperatura vero il Cento avanti Cristo. Ancora al minimo verso il Settecento Dopo Cristo. E ancora al massimo verso il Mille dopo di che la temperatura media annuale è diminuita fino all’anno 1850. Di qui ha ripreso ad aumentare.

Oggi quindi farebbe sicuramente più caldo di quanto faceva nel 1850 ma non più caldo delle vicende che la Terra ha vissuto precedentemente a quella fase. Dobbiamo sempre considerare che stiamo vivendo la fase di superamento della così detta “piccola età glaciale”. Il dato preoccupante ma anche liberatorie per chi teme la catastrofe è che ancora non siamo al picco della post-piccola-glaciazione. Quindi dovremo sorbirci altro caldo.