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04 febbraio '24 - simboli
Tailòrsuifttuttagnuda! … noooo! è un fake
L’attacco dell’Intelligenza Artificiale alla cantante più ricca del mondo lascia intendere che nessuno è difeso da questa nuova entità


I trucchi al photoshop esistono da decenni. Non parliamo dei vecchi fotomontaggi. Il pericolo oggi non è tanto che questi giochi di immagine che mostrano una diva diventare improvvisamente pornodiva, sono presto alla portata di tutti.

Lo strumento sono i Social. IN particolare Facebook. Sufficiente ci sia la prima orda di sprovveduti che, con supposta buona fede, rilancino l’immagine e diventa molto più difficile ritirarla dal circuito.

È quanto è successo alla cantante e autrice più citata del mondo. Si è vista in abiti adamitici nelle circostanze di un concerto. Ma l’artifizio è stato modulato attraverso l’intelligenza artificiale e il gioco appare maggiormente pervasivo perché solleva da responsabilità dirette da parte di sconosciute. E sulle responsabilità ci sono anche quelle degli ignari propalatori delle accattivanti immagini che se ne fanno diffusori sequenziali convinti della loro originalità.

Ma a ben guardare, si diceva, non è tanto l’esistenza dell’intelligenza artificiale che pare muoversi, sua sponte, a detrimento dell’immagine del personaggio famoso malcapitato. Il problema consiste nei Social che se ne fanno diffusori. E la risposa non può consistere nella soppressione dei Social, tantomeno nella perseguibilità dei tanti ignari battitori liberi di figure inopportune.

E subito si ventila la necessità di una legge speciale. Almeno negli Stati Uniti che hanno esportato questa tendenza. Non tutti gli stati ce l’hanno. Biden l’ha proposta. E quelli che pensano male ritengono sia appunto questo il busillis. Si crea un incidente diplomatico con la diva che si presta per poi chiedere la soppressione di una libertà per motivi di necessità superiore. Tutto questo in campagna elettorale.

Del resto intempestività dell’azione legale per suo retaggio si muove sempre appena realizzato il fatto. Insussistente, se non nella fantascienza, un’azione che muova nella possibilità di un’azione.

Ma se l’intelligenza artificiale si muove come vorrebbero far credere l’unica azione riuscita a riparo dei suoi danni potrebbe essere quella preventiva. A tanta intelligenza si deve rispondere con altrettante intelligenza anticipatrice.

Sarebbe come a dire che si arresta una persona senza alcun evidente fatto perché l’algoritmo ha calcolato sia prossimo ad effettuare un reato.

La necessità di mettere in azione una legge, il fatto di aver violato l’immagine di una persona ben conosciuta, sarebbero così due ingredienti essenziali per ammannire il piatto dell’azione di repressione verso attività non scaturite dal divenire naturale delle cose quando offendono la personale onorabilità.

E se i tempi coi quali ci si è mossi finora a repressione di fatti acclarati non si giustificano nell’età del tempo attuale. Tutto avviene ora, in questo momento. Così come la repressione di quanto indebitamente prodotto. E ci si dimentica della sussistenza di una volontà produttiva perché si tornerebbe in uno schema antico per il quale non c’è bisogno di alcuna legge speciale.

Quindi non solo reprimere hic et nunc. Ma anche prevenire. E prevenire va inteso in senso puramente temporale: reprimere prima che si faccia. Non prevenire in senso dell’azione educativa della prevenzione.

C’è lavoro per tanti giureconsulti.