Sulla raccolta della mondezza si sconta lavventurismo imprenditoriale del Centrosinistra al governo della città. Massimo Messale, presidente del Consiglio comunale, il Bismarck di Tivoli, con pacatezza ha così esordito nellincontro specificamente dedicato al problema. Non gli si può dar torto. La demagogia di trasformare il pubblico in pseudo-privato dandogli la fonte più ghiotta di possibile ricchezza del Comune, la raccolta dei rifiuti e gestione dei rifiuti, si è trasformata in nuova povertà per Tivoli che deve risolvere un bubbone da 13 milioni di euro che ogni anno produce 800 mila euro di debito: Asa Spa.
Una cosa è certa: Asa Spa così com'è non può sopravvivere. Il Collegio revisori conti ha stabilito l'illegittimità del contributo che il Comune versa per tenerla a galla. Un versamento di risorse - pur comprensibile dall'amministrazione pubblica dell'ente comune verso la società che svolge un servizio pubblico - che non è legittimo perché dal 2006 la normativa vuole che i conti per il servizio di raccolta dei rifiuti conti solo sulle tariffe per essere ripianati. In altri termini è del tutto contro legge l'aiuto di Stato davanti qualsiasi spesa pubblica che prevede un tariffario che per definizione è a remunerazione del servizio. Il debito di Asa Spa con le banche e con la società che gestisce la discarica a fronte ha anche molta crediti non esatti. Infatti le riscossioni verso i cittadini per il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti sono state molto blande. In molti a Tivoli non pagano da tre anni la mondezza.
In questa condizione di grande vacuità il governo di Centrodestra della città si trova a ripianare i debiti contratti dalla decennale amministrazione di Centrosinistra. Quindi non è improbabile che i cittadini di Tivoli si trovino bersagliata dagli esattori, ma per gli errori fatti in passato non dalle spese che gli attuali amministratori, chiamati a coprire la voragine immenza, hanno fatto.
Un lavoro ingrato per gli uomini di Gallotti che in questi anni hanno indicato l'Asa come fonte di sperpero del Comune ed ora proprio loro debbono provvedere alle politiche per risolvere il problema. Quindi c'è l'obbligo di dismissione del capitale sociale del 40% chiesto dalla legge entro il 31 dicembre 2011. E altri termini, vendere. Ma questa soluzione potrebbe essere un rimedio ancor peggiore del male perché sull'affare della mondezza potrebbe avventarsi un privato che fiutando l'affare di acquisire una Società decotta poi potrebbe gestire una partita che ovunque è risultata milionaria. Sulla raccolta e gestione mondezza in Italia e nel mondo imprese specializzate hanno fatto la loro ricchezza. Nel momento in cui la questione gestione e raccolta dei rifiuti fosse in mano a un'impresa gestita da logiche private non ci sarebbero remore ad alzare i costi per il cittadino ed il recupero crediti suonerebbe come una mannaia per chiunque sia rimasto attardato nel pagare.
Se il nuovo governo della città non si vuole trovare tra capo e collo chi fa il padrone in casa propria con grande risentimento da parte dei cittadini che si troveranno a pagare quel che non hanno pagato negli anni deve arrivare a una soluzione diversa. Questa può essere solo la privatizzazione, ma in un progetto più ampio che renderebbe l'Asa più appetibile. Se infatti l'Asa facesse l'impianto per il trattamento dei rifiuti che l'asse Est con Guidonia si rimpalla da venti anni avrebbe dato una risposta a un problema dell'area e creato una fonte di reddito per la Società.