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04 novembre '23 - Estetica
Marina Cicogna, una prima donna
Se ne va con lei un capitolo di gloria del cinema italiano


I notiziari ne danno informazione sbrigativa. I tiggì una menzione breve. Ed è una bestemmia per la nostra cultura essendo Marina Cicogna, deceduta oggi a Roma, una vera e propria “Contessa del cinema italiano”. A lei dobbiamo la pervicace ostinazione nel voler portare avanti il progetto del film Indagine su un Cittadino al di sopra di ogni sospetto, capolavoro assoluto del nostro cinema che gli valse l’Oscar nel 1971.

Aveva ottantanove anni. In un tempo in cui la produzione dello spettacolo era appannaggio di signori arroganti, furbi, attenti, fumatori di sigari e frequentatori di belle donne, lei si impose come donna per la sua originalità nelle scelte delle sceneggiature da promuovere. E non fece mai flop. Anche il New York Times l’ha tributata dell’altisonante definizione dove per la prima volta una donna è associata non alla bellezza o all’avvenenza, bensì al potere. Di lei è infatti stato detto che era “una delle donne più potenti del cinema”. Intervistata recentemente aveva detto che pensava alla morte anche se non riusciva a darsi risposte per la sua immanenza.

Oltre al capolavoro di Elio Petri Marina Cicogna aveva prodotto alcuni fra i più importanti film italiani come: Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi.

La sua fortuna e la possibilità di evidenziare le sue qualità nascono grazie all’acquisizione nel 1967 da parte della madre della casa produttrice Euro International Films . Ed è allora che nel cinema italiano entrano molti film prodotti all'estero, anche da case indipendenti. L'uomo del banco dei pegni di Sidney Lumet, acquisisce Bella di giorno di Luis Buñuel che vince il Leone d'oro a Venezia. Dopo il film di Patroni Griffi produce il capolavoro assoluto C'era una volta il West di Sergio Leone.

E dopo questi grandi successi può permettersi anche di azzardare con Teorema e Medea di Pier Paolo Pasolini, ma anche Uomini contro di Francesco Rosi, Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno, Mimì metallurgico ferito nell'onore di Lina Wertmüller.

Nonostante questi successi la sua casa produttrice va in crisi ed è costretta a riparare presso la Paramount. Un’esperienza frustrante perché si vede negare l’assenso per produrre Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e Il portiere di notte di Liliana Cavani. Riusciamo a vederla in una breve apparizione nel film Il comune senso del pudore.

Le sue intuizioni sempre vincenti l’hanno resa personaggio anche nella vita privata per i suo amori che non conoscevano frontiere di genere, assai prima che divenisse argomento di tendenza.